La fotografia di scena
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LA FOTOGRAFIA DI SCENA AL PICCOLO TEATRO DI MILANO
Nel biennio 1964/65, per due intense stagioni teatrali fummo chiamati come fotografi di scena e responsabili dello studio fotografico del Piccolo Teatro della Città di Milano, in via Rovello. Lo studio era ubicato un paio di portoni dopo l'ingresso del più prestigioso teatro italiano dell'epoca, il mitico Piccolo Teatro di Paolo Grassi e Giorgio Strelher. Prima del nostro arrivo in quello studio c'erano stati i fratelli Mulas, Mario, Maria e il grande Ugo, che ormai era più interessato a quanto stava accadendo nel mondo delle arti figurative. Il passaggio fu pieno di utili consigli: Mario Mulas ci consigliò subito di lavorare in teatro con fotocamere a tendina, preferibilmente Leica. Acquistammo così due Leica M3, le medesime con cui lui e il fratello Ugo avevano ripreso gli spettacoli durante la loro collaborazione con il Piccolo. La scelta di una fotocamera a tendina (erano già in commercio le ottime Nikon reflex) era raccomandata per la grande silenziosità dello scatto: Strelher, infatti, durante le prove, esigeva la massima concentrazione e non sopportava il rumore secco dello specchio, tipico nelle macchine reflex.
Attrezzammo le due fotocamere con obbiettivi Leitz: un grandangolo da 35 mm, una focale normale da 50 mm e un fuoco lungo da 135 mm. Facemmo completare la camera oscura con ingranditori Durst DA900 e con tutto il necessario per lo sviluppo e la stampa. Usavamo pellicole bianco e nero Ilford molto sensibili e carta da stampa Agfa satinata di varie misure. Dai Mulas imparammo soprattutto a basarci sul controllo del nero durante la stampa: in una buona stampa fotografica, infatti, il nero intenso e pieno garantiva necessariamente tutta l'ampia tavolozza dei grigi. Il resto, compresi i complicati rapporti burocratici e politici con funzionari, lacchè e sicofanti, purtroppo presenti anche negli oscuri anfratti dei migliori teatri, si chiarirono cammin facendo...
Con le nostre Leica M3 documentavamo ogni fase della costruzione degli spettacoli, dalle lunghe prove a tavolino per scavare in profondità la complessità di un testo a quelle sulle nude assi del palcoscenico, con gli attori ancora privi dei costumi di scena, via via fino alla prova generale; fotografavamo la costruzione e il montaggio delle scene, seguivamo l'affascinante momento del puntamento delle luci, destinate a definire lo stile visivo dello spettacolo; fotografavamo la realizzazione e le prove dei costumi, il trucco degli attori/personaggi... Mentre realizzavamo il nostro racconto fotografico sulla nascita di uno spettacolo, nel medesimo tempo ci impadronivamo di tutte le complesse fasi del lavoro teatrale, e soprattutto avevamo l'opportunità di cogliere il lavoro di lettura e interpretazione drammaturgica di un testo, e il momento della direzione degli attori di due dei maggiori registi del tempo, Giorgio Strehler e Virginio Puecher. Le foto più esplicative degli spettacoli venivano inviate alla stampa e affisse nelle bacheche del Teatro. Per L'annaspo diretto da Puecher, constatata la qualità delle immagini raccolte durante le prove, la direzione accolse la nostra proposta di organizzare un'ampia mostra fotografica nel ridotto del Teatro: il racconto per immagini del beckstage di uno spettacolo e della sua rappresentazione.
Il Piccolo Teatro vantava anche una prestigiosa scuola teatrale, nella quale si diplomavano giovani registi, attori, mimi, ballerini e futuri organizzatori. Alla fine dei corsi si presentavano i saggi, un importane ed emozionante debutto sul palcoscenico che sanciva l'ingresso alla professione; saggi che naturalmente dovevano essere documentati fotograficamente, come mostra l'immagine a fianco.