Biennali anni 70
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REPORTAGE ALLE BIENNALI DI VENEZIA DEI PRIMI ANNI 70
Furono due le Biennali di Venezia che documentammo per alcune riviste e periodici girando per le sale con le nostre Leica M3, una Nikon e una Hassenblad 500 C caricata per il colore. Foto in bianco e nero e a colori scattate in tutti i padiglioni dei numerosi Paesi partecipanti con i loro artisti più significativi. Erano anni fervidi di ricerca e di nuove strade per l'arte figurativa, ancora oggi insuperati dalla produzione del nuovo millennio, che pare sopravvivere su una eredità ormai dissipata e senza più senso. In quegli anni Settanta, alla pittura tradizionale e alle sue tecniche gli artisti opponevano gli oggetti di uso comune, con l'installazione di materiali quotidiani e poveri, o mettendo in scena l'arte comportamentale, vere e proprie azioni dove l'artista metteva in gioco il proprio corpo o quello di persone e animali, spesso con intenzioni provocatorie o di denuncia.
La XXXVI Biennale (1972) fu per noi l'occasione di incontri che avrebbero segnato la nostra ricerca fotografica e l'inizio di importanti amicizie: nel padiglione del Perù incontrammo Jorge Eielson. Fu subito amicizia, e insieme a lui in quella Biennale inventammo e fotografammo un'azione composta con i suoi "nodi", i tradizionali quipos, coinvolgendo una affascinante e paziente visitatrice americana di passaggio che Jorge avvolse in un lunghissimo serpente di tela bianca. La collaborazione con Eielson continuò anche dopo la Biennale, seguendo il suo lavoro e anche firmando insieme il risultato di un'azione. In quella Biennale iniziò un'altra bella amicizia e un'altra importante collaborazione con Aldo Tagliaferro, artista, e un po' collega, perché nelle sue opere usava il medium fotografico; e si consolidò l'amicizia e il lavoro comune con Turi Simeti, artista proveniente dalle esperienze del Gruppo Zero e di Azimut, con Fontana, Castellani, Bonalumi, Manzoni, il meglio delle avanguardie italiane dagli anni Cinquanta in avanti.